La SD CINEMATOGRAFICA nasce nel 1961 come società di produzione televisiva. Dalla sua costituzione collabora prevalentemente con RAI e con le principali televisioni del mondo per la produzione di Film, Varieta', Documentari scientifici e culturali. Da alcuni anni ha focalizzato la sua produzione sul documentario (naturalistico, scientifico e storico) raggiungendo livelli altissimi che le hanno permesso di annoverare tra i propri clienti National Geographic Channels, Discovery Channels, TF1, ARTE, NHK, TSR, ARD/BR, PBS, ZDF oltre a RAI e Mediaset. Molti documentari hanno vinto importanti premi internazionali ai maggiori Festivals, tra cui una nomination all'Oscar, una agli Emmy ed una al Festival di Banff. Ad oggi la SD Cinematografica ha al suo attivo più di 800 ore di programmi. [abs]
REGIA
PRODUZIONE
DURATA
VERSIONI
FORMATO
Sandro Vannini
Laboratoriorosso
52'
HD
Il documentario si propone di percorrere la costa egiziana del mar Rosso dal confine con il Sudan fino a Port Said, alla scoperta di una regione sempre piu’ vitale per l’Egitto. E’ proprio lungo la costa del mar Rosso che stanno prendendo corpo, in maniera tumultuosa, i grandi progetti di sviluppo turistico del Paese (Gouna, Ain Sukhna, Marsa Alam). Con la scoperta di importanti giacimenti di petrolio e di gas naturale, da alcuni anni il mar Rosso sta diventando anche l’Eldorado energetico del Paese. Grazie poi al canale di Suez (di cui nel 2009 ricorre il 140.esimo anniversario dell’inaugurazione), preziosa porta d’accesso al Mediterraneo per le super-petroliere e le enormi navi porta-containers provenienti dall’Estremo Oriente, i diritti di passaggio rappresentano ormai la principale fonte di valuta pregiata per l’Egitto. Conseguenza: raffinerie, cementifici, industrie di trasformazione, porti, cantieri edili, turismo di massa, oggi stanno cambiando, in modo impetuoso e forse irrimediabile, il volto della costa egiziana del mar Rosso. Il reportage racconta contrasti e conseguenze, sia positive che negative: sul piano economico, occupazionale, ma anche su quello ambientale, culturale ed archeologico. E’ ancora possibile, sostenibile, il tipo di sviluppo fin qui seguito? E quanto serve davvero all’Egitto e agli egiziani?