La SD CINEMATOGRAFICA nasce nel 1961 come società di produzione televisiva. Dalla sua costituzione collabora prevalentemente con RAI e con le principali televisioni del mondo per la produzione di Film, Varieta', Documentari scientifici e culturali. Da alcuni anni ha focalizzato la sua produzione sul documentario (naturalistico, scientifico e storico) raggiungendo livelli altissimi che le hanno permesso di annoverare tra i propri clienti National Geographic Channels, Discovery Channels, TF1, ARTE, NHK, TSR, ARD/BR, PBS, ZDF oltre a RAI e Mediaset. Molti documentari hanno vinto importanti premi internazionali ai maggiori Festivals, tra cui una nomination all'Oscar, una agli Emmy ed una al Festival di Banff. Ad oggi la SD Cinematografica ha al suo attivo più di 800 ore di programmi. [abs]
REGIA
PRODUZIONE
DURATA
VERSIONI
FORMATO
Francesco Adolini
SD Cinematografica
28 min.
HD
C'è un detto sardo che recita così: “senti che bello il soffio del vento, il frusciare delle foglie tra i rami degli alberi e il canto degli uccelli; ma senza il suono dei campanacci di Tonara non sarebbe così bella questa Sardegna nostra.”
Nel cuore della Sardegna, fra i monti della Barbagia, in un territorio selvaggio e primitivo vive un pastore, Gigi Sanna, frontman della band musicale Istentales, una formazione etno-pop nata nella metà degli anni '90, con un grande seguito e che vanta collaborazioni con artisti quali i Nomadi, Francesco Guccini, Tullio De Piscopo ed altri.
Il nome Istentales deriva da una stella della costellazione di Orione che fin dall'antichità era usata dai contadini come punto di riferimento per semine e raccolti, e dai pastori per condurre le greggi.
Qui in Barbagia la cultura agropastorale e le tradizioni dell'identità sarda si traducono in suoni e musica non solo attraverso le canzoni degli Istentales. Un altro musicista, Gianni Atzori ha inventato uno strumento, l'erbekofono, fatto di campanacci, suonato con un osso di pecora, il cui nome si può tradurre in “suono della pecora”. Lui, batterista, figlio di pastori ha trasformato in musica il legame con la sua terra: “Ero abituato al suono dei campanacci, era tutto dentro di me, ho dovuto solo realizzarlo.” Il suono puro dei campanacci ci trasporta direttamente fra i pascoli e ascoltandolo ad occhi chiusi si avverte quasi la brezza dei campi sfiorarci la pelle.
Quando passano le greggi “fannu treulu”, fanno trambusto. In questi pascoli però, questo tintinnio viene accordato, come un'orchestra, in base alle caratteristiche della vallata, del monte e del territorio dove solitamente pascolano le pecore di un ovile piuttosto che di un altro. Addirittura, i campanacci hanno tonalità diverse in base al temperamento e le singolarità di ogni pecora, così che il suo pastore possa riconoscerne gli spostamenti e il comportamento anche solo ascoltando la sinfonia composta dal suo gregge.
Ad accordare questi campanacci, questi “sonaggios e pittiolos” è Marco Floris, un fabbro che nella sua bottega a Tonara, realizza dal bronzo freddo campane che restituiscono a chi le ascolta il calore della terra madre. E l'accordatura avviene in un modo singolare. Ogni allevatore, esperto musicale del suo gregge, si pone al di fuori della bottega di Marco e con l'orecchio teso gli indica se la tonalità è quella giusta, così Marco allarga o stringe il volume del vaso sonoro per trovare il suono unico e inimitabile di ogni pecora, unico e inimitabile come ogni essere vivente.
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